Dopo anni di minimalismo imperante, di forme rigorose, di assoluto dominio di bianchi, grigi e tortora, sono tornati materiali preziosi come il marmo, l'onice, l'ottone, i velluti, i legni preziosi, gli intarsi, le carte da parati... colori e forme che ci riportano all'art deco' degli anni '20 e 30'.
Sono felice di osservare che sempre più si fa strada la decorazione, spesso detestata dal purismo intransigente di molti progettisti.
Non è forse un ritorno alle forme morbide, avvolgenti,alle atmosfere calde e rassicuranti che psicologicamente rimandano al mondo femminile?
E' una riflessione personale, ma mi piace pensare che una vena fortemente poetica e creativa sia entrata nel mondo del design, così a lungo abitato da figure maschili.
Designer e progettisti che ammiro, ma che rappresentano un'immaginario di abitazione decisamente maschile, rigorosa e perfetta.
La grazia, la delicatezza, la gentilezza rappresentano l'animo femminile e nell'interpretazione degli ambienti fanno la differenza!
Ci sono delle figure femminili che hanno osato muovere le acque, introducendo giochi di materiali e forme che non si vedevano da tempo.
Una regina è sicuramente Patricia Urquiola,che da sempre sperimenta abbinamenti di intrecci, paglie, materiali e forme inediti, che riportano all'artigianalità e alla tradizione della sua terra, la Spagna.
Un'altra donna è Cristina Celestino, che riesce ad armonizzare, con grande originalità, materiali e forme archetipe, usando la decorazione. Penso ad esempio al tavolino "happy room" disegnato per Fendi, che ricorda la forma di un grande orecchino. Una poetica e raffinata interpretazione di un oggetto che tutti conosciamo.
Potrei parlarvi dell'istrionica Paola Navone o della giovane Elena Salmistraro o della originale Faye Toogood, ma meriterebbero una descrizione dettagliata...che rimando ad un'altro articolo.
Per il momento sento di dirvi questo: il fascino della complessità e del fantastico mondo femminile è entrato di prepotenza nella visione della casa.
Ed io ne sono felice!
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